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Aggiornamento dal Congo, dopo la terza missione

Cinzia Armelisasso visita uno dei nostri bimbi più piccoli, sotot lo sguardo attento di Passy Mahano.

Eccoci di nuovo a voi. Siamo da poco tornati dalla nostra terza missione presso l’orfanotrofio di Rugari, in RDCongo. La missione si è svolta dal 10 (partenza da Roma) al 18 marzo 2018 (arrivo a Roma), con effettivo periodo di permanenza in Congo dal 12 al 17. Alla missione hanno partecipato, oltre ad Alberto Corbino (presidente della Fondazione e responsabile del progetto) anche Cinzia Armelissano, medico ed esperta di malattie dei bambini, e Daniela Fiore, responsabile formazione di LESS – impresa sociale Onlus (che a Napoli si occupa di accoglienza rifugiati e richiedenti asilo).   Tutti i costi di missione (voli, soggiorno ecc.) sono stati completamente a carico degli stessi volontari: neanche un euro è stato sottratto alle donazioni.

Cinzia e Daniela si sono proposte nonostante l’instabilità politica della regione, in Nord Kivu, nel quale, lo ricordiamo, vi è una strisciante guerra civile da oltre 20 anni. Tutto è andato per il meglio, nonostante la costante presenza di militari di vario tipo nella zona. Ma noi abbiamo i rangers del parco del Virunga come angeli custodi… Ai tre italiani si è unita una “delegazione” dall’Inghilterra (Lee Simms e Miriam Fadda, sostenitori del progetto). E’ stata la prima volta che la missione è stata composta da più persone e l’apporto di più professionalità ha avuto notevoli risvolti positivi.

    1. Sono stati visitati tutti i 63 bambini/ragazzi (ricordiamo che il piccolo Julian, di un anno e mezzo era morto poco prima a causa di un’anemia), per molti la prima visita medica della loro vita Lo stato di salute e igiene personale è stato giudicato più che accettabile/buono, tranne in pochi casi. Tre di loro (un adolescente per malaria e 2 piccolissimi per altre cause) erano infatti ricoverati nel “Centre de Santé” di Rubare, dove pure ci siamo recati anche per conoscere lo staff sanitario e verificare le (precarie e coraggiose) condizioni in cui opera.
    2. Abbiamo fatto una riunione con Passy Mahano (la creatrice dell’orfanotrofio) sulle regole basilari di igiene e salute, dettando alcune regole base;
    3. Abbiamo sostituito il serbatoio in cui si conserva l’acqua piovana, ormai distrutto, con un sistema alternativo, una piscinetta di legno e telo i plastica in cui si raccoglie l’acqua piovana che poi viene passato in un recipiente più piccolo con rubinetto e igienizzate con tavolette di cloro;
    4. Abbiamo isolato, all’interno del dormitorio maschi, la sala deposito dei generi alimentari;
    5. Abbiamo fatto acquisti urgenti di beni prima necessità: latte in polvere, sapone, la batteria nuova per l’unica lampadina nel dormitorio uomini (lavori e acquisti fatti con il prelievo di 250 euro dal conto della Fondazione);
    6. Abbiamo posizionato 8 scaffalature pieghevole arrivate in dono dall’Italia, così da mettere più ordine nelle camerate e negli angusti spazi comuni;
    7. Abbiamo distribuito i doni provenienti dall’Italia: integratori e fermenti lattici, puzzle, giochi da tavola, colori, corde per saltare, lana e uncinetto, tamburelli..), un lettore con una cassa e una batteria solare, per avere musica tutto il giorno e anche la notte.
    8. Ma soprattutto, abbiamo fatto un sopralluogo sui terreni acquistati e incontrato l’impresa di costruzione e deciso le tempistiche! I lavori del primo padiglione (dormitorio femminile) cominceranno ad aprile (tra pochi giorni!) e per luglio agosto potremo trasferire tutti i bambini, che così potranno iniziare la scuola a settembre nella nuova località: Rumangabo, a 40 minuti di strada sterrata, accanto a una della porte del Parco, che è più sicura (anche per la presenza dei Rangers). Nel frattempo, sperando si trovare i soldi, potremmo costruire il secondo padiglione (dormitorio maschile e infermeria), a cui seguiranno il terzo (mensa-cucina-foresteria), il quarto (scuola) e infine i laboratori. In tutto: oltre 400 mq. Il centro, come è noto, non sarà solo un orfanotrofio, ma anche un centro comunitario che offrirà servizi gratuiti e qualificati alla comunità locale, che vive in situazioni molto precarie (assenza di infrastrutture, assistenza medica; analfabetismo alla stelle).

I volontari della Fondazione con i referenti locali del progetto, Passy Mahano e Christian Shamavu, ranger del Parco del Virunga

Insomma tanto lavoro e tante speranze di futuro. Ringraziamo tutti coloro che ci stano dando un grande supporto e ad ogni partenza ci riempiono di doni per i bimbi. So che tutti vorreste fare di più. Al momento la cosa più urgente è trovare risorse economiche per costruire la nuova struttura il primo possibile, perchè il sogno di questi bimbi/ragazzi è “avere una casa vera con l’elettricità” per la prima volta.

In RDCongo lo spettro della guerra è sempre presente: per noi un motivo in più per fare presto e bene. E per accendere una luce nell’oscurità, un piccolo seme di speranza da cui far germogliare istruzione, assistenza ed educazione sanitaria, formazione professionale, giustizia sociale, progresso economico… e quindi pace.

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