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Quanti bimbi costa un telefonino?

Agnese Lorenzini, Alberto Corbino, Pina Andelora e Angelo Picone sul palco del teatro Augusteo, Festa per Silvana 2018

Avete spento i telefonini? No? E’ importante spegnerli prima di un concerto!*
Sarebbe anche importante sapere perché i telefonini hanno un costo così basso, in fondo si tratta di alta tecnologia!
Ricordate quando il prezzo dei telefonini è precipitato?
Verso la fine degli anni 90, quando trovarono i nuovi giacimenti di coltan (un materiale che serve anche per l’industria bellica) nella Repubblica (Poco)Democratica del Congo, nel Kivu, la regione dove la Fondazione Cariello Corbino sta costruendo il suo orfanotrofio – centro di comunità.
E qui che si trova l’80% di Coltan dell’intero pianeta, come anche oro, diamanti, petrolio. Una manna dal cielo per i congolesi, giusto?
Ma allora questo Congo è il paradiso in terra? Potrebbe esserlo: ha tanti fiumi, laghi, vulcani, il Parco nazionale Virunga che pare sia il più bello del mondo, terreno fertile, gente laboriosa e un clima mite… Mah… in realtà è un inferno.
Potrebbe essere il paradiso, ma è un inferno. Quale altro nome potremmo dare a un paese dove in miniera, scendono uomini in ciabatte, scavando a mani nude, pagati un dollaro al giorno, se gli va bene?
Ma, dico io, perché non li paghiamo ben tre dollari al giorno e diamo loro stivali e mascherine e picconi… così che magari possono costruire case migliori per le loro famiglie, con le finestre vere, con un orto e magari così riescono a vivere persino qualche anno di più …
Ah no, è vero, non serve che vivano .. se muoiono ci sono i loro figli a sostituirli... perché in RD Congo a scendere in miniera, quando i papà muoiono o quando i cunicoli si fanno troppo stretti per le spalle di un adulto, ci fanno scendere i bambini, di 7, 8 anni… (avete presente un bimbo di 7-8 anni, sì) che poi papà non ci diventeranno mai, perché muoiono di fatica e malattie dopo pochi anni.
Il Congo è oggi considerato la più grave tragedia dopo la seconda guerra mondiale, dove per una silenziosa guerra civile muoiono 400mila persone all’anno – da 20 anni e fanno 8 milioni, c’è chi dice siano di più – dove lo stupro di donne e ragazzine assume le connotazioni e le dimensioni strategiche da olocausto psicologico.
E poi c’è qualcuno che si lamenta che quelli scappano e magari ce li ritroviamo qui, a colorare questa nostra vita pallida, bolsa e annoiata. Chissà perché.

E allora che si fa in quest’oceano di disperazione? Niente, perché il mondo va così?
C’è qualcuno che pensa che l’oceano sia fatto di gocce, e può essere cambiato goccia dopo goccia.
E comincia proprio da lì, in quella regione del Nord Kivu, dove vige oggi addirittura il coprifuoco:
succede che una piccola Fondazione napoletana cominci, caparbia, la sua rivoluzione lenta e silenziosa, costruendo, accendendo una candela nell’oscurità per 65 orfani e per una intera comunità che potrà imparare a leggere e scrivere e potrà andare a farsi visitare gratuitamente proprio in quell’orfanotrofio, perché gli ospedali costano caro e puzzano di morte.
E succede anche che … in poco tempo addirittura si riesca a vincere, sì, a racolgiere i soldi necessari e quindi costruire uno, due edifici…. Vincere contro tutto il disfattismo dei “tantononserveaniente”, armati di solo tre strumenti:
la catena della fiducia (quella che ha portato stasera qui a teatro tutti noi),
l’alzata di chiappe dal divano di casa (il darsi da fare)
e un testamento di quattro parole e un filo di voce di una mamma speciale e qualunque a un figlio testardo: l’amore, solo questo conta!

*Queste nostre righe sono state  interpretate con grande bravura e partecipazione emotiva dalla giovane attrice Agnese Lorenzini in apertura della “Festa per Silvana – II edizione – Concerto di Luca Amitrano” al Teatro Augusteo di Napoli, il 20 Novembre 2018.
Pare che Agnese sia riuscita a toccare molti cuori e abbiamo pensato di riproporle qui (e vi abbiamo aggiunto un breve video, dei tanti che potete trovare in rete, sull’inferno che quei bambini vivono).