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Congo: la nostra ultima arrivata ci lascia…

Jeanne D’Arc avvolta nella fascia, sulla schiena di Generose, con altri bimbi (foto: Davide Ambrogi, febbraio 2020)

Ieri avevamo appena pubblicato la notizia della strage dei rangers, che ci aveva ricordato che la gente non muore solo di Covid-19, che abbiamo ricevuto un’latra notizia preoccupante dalle nostre “Gazelles”: Passy, la mamma di tutti” ha dovuto portare la piccola Jeanne D’Arc, ultima arrivata, di appena 8 mesi, all’ospedale per un problema cardiaco, evidentemente congenito (e ovviamente mai diagnosticato).
Ora vi ricordo cosa significa da quelle parti andare in ospedale: essere fortunati che l’emergenza non capiti di notte, altrimenti devi aspettare l’alba – di notte non si viaggia; prendere i soldi necessari per il ricovero (alcune decine di dollari, come se a noi ne chiedessero mille almeno – chi ce li ha?); chiamare una moto taxi (altri 5 dollari) aspettare chissà quanto e farsi un’ora e mezzo di strada sterrata e polverosa (il famoso African massage – che noi in jeep quasi vomitiamo) seduti con un neonato moribondo dietro a un motorino (ammortizzatori buoni, però). In questo caso: arrivare a ospedale (?!) di Rubare, il più vicino e sentirsi dire che per un caso così devi andare più lontano, a Rutshuru. Mettere la bimba nella mani del medico, aspettare tutta la notte in piedi sotto la veranda al riparo dalla pioggia (ieri pioveva) che il miracolo di compia, pregando Dio in cui hai molta fiducia ma i cui progetti a volte hai difficoltà a capire. E il più delle volte il miracolo non si compie.

Ieri avevamo scritto che ai nostri bimbi fanno più paura le pallottole dei virus, e che loro il Covid-19 se lo mangiano a colazione. E lo confermiamo, perché la guerra e la morte fanno ancora troppo parte lì dell’esperienza quotidiana. (Ci scuserete se questa mail non vi sembra drammatica al punto giusto è perché l’Africa non ci permette troppi sentimentalismi, al massimo empatia, anche se sono tre anni che questi bimbi li “senti” tutti i giorni. E’ la nostra difesa per non mollare e per non perdere la speranza).

Jeanne D’Arc, a 5 mesi. Chissà cosa avresti voluto e potuto diventare…

Stiamo cercando una foto della piccola Jeanne D’Arc (nata il 25 agosto 2019), la mamma morta di parto, papà scappato prima che nascesse, portata a noi il 18 novembre 2019 a meno di 3 mesi… e vissuta nell’amore di Passy , delle mami e di 70 fratellini per ben 5 mesi… che in Congo può essere già una fortuna. Le avevamo trovato anche un simbolico papà adottivo, Michele, nella nostra campagna di adozioni a distanza… magari un giorno si sarebbero conosciuti. La foto, si diceva: ahimè, noi non siamo una di quelle organizzazioni che passano molto tempo a fare foto ai bimbi, lo so come marketing rende bene… ma ci son troppi sederini da lavare, pranzi da fare, compiti da correggere, giochi da organizzare… ma sono sicuro che salterà fuori.
Intanto eccola: è quella infagottata sulla schiena di maman 
Generose, una donna forte come l’ebano e dolce come una nonna, che non la perdeva mai di vista… povera Generose e povera Passy…. è il quarto neonato che vedono andar via… Ma questa è l’Africa che abbiamo voluto, e che fa comodo a tanti: che lo spettacolo di questo sorridente continente di anime dannate continui!

Grazie a tutti per il supporto, e non perdete la speranza!

 

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